TRA SOCIAL, RETE E ALGORITMI, IL RUOLO DEL GIORNALISTA RESTA FONDAMENTALE*

TRA SOCIAL, RETE E ALGORITMI, IL RUOLO DEL GIORNALISTA RESTA FONDAMENTALE*

Nelle manifestazioni “No Green Pass” che hanno caratterizzato le ultime settimane, soprattutto a Trieste e nella nostra regione, si è sentito spesso affermare che soltanto la rete o i social garantiscono un’informazione libera e non condizionata dai “poteri forti” o dai Big Pharma. I media tradizionali, invece, e i giornalisti “totalmente asserviti al potere” scrivono solo falsità. Il risultato è un clima sempre più pesante nei confronti della stampa. Molti colleghi sono stati insultati, minacciati e perfino aggrediti nel corso degli ultimi cortei e a diverse troupe televisive, sia locali che nazionali, è stato impedito di fare i loro collegamenti in diretta. È anche questa una conseguenza della cosiddetta “disintermediazione”, ovvero di un’informazione affidata prevalentemente alla Rete e ai social che ritiene di poter fare ormai a meno della “mediazione” del giornalista. Il problema è che ciò, anziché garantire una maggiore libertà, come credono alcuni, sta creando una sempre più marcata polarizzazione dell’informazione. Non importa se una notizia sia vera o falsa, l’importante è che confermi il nostro punto di vista. Ed è anche questa polarizzazione a favorire il diffondersi delle fake news, in questo caso sul Covid e sui vaccini. Si creano infatti le cosiddette “camere dell’eco” nelle quali gli algoritmi tendono a farci vedere notizie e commenti verso i quali abbiamo già in precedenza mostrato interesse, a discapito di tutto il resto. Con buona pace di quanti in questi giorni insultano e minacciano i colleghi, è proprio nell’attuale panorama dell’informazione, affidata sempre di più ai social media e agli algoritmi, che risulta fondamentale il ruolo del giornalista. Ovvero di chi è professionalmente formato e aggiornato per redigere informazioni affidabili. Di chi sa accertare la fondatezza delle notizie, verificare le fonti, certificarne la provenienza. Di chi è inoltre tenuto al rispetto di una deontologia professionale.

Sono questi i punti di forza della nostra professione, garantiti dall’appartenenza all’Ordine dei giornalisti. Certo, un Ordine da riformare e da adeguare alle nuove realtà. La sua legge istitutiva risale al 1963 e da tempo lo stesso OdG e la Fnsi chiedono al Parlamento di mettere mano ad una legge di riforma, che dovrà essere l’obiettivo prioritario anche del nuovo Consiglio nazionale.

Non è un problema di difesa corporativa ma di democrazia, perché un’informazione libera, corretta, onesta e, non dimentichiamolo, anche adeguatamente retribuita per essere davvero indipendente, è uno degli elementi fondamentali della nostra democrazia.

* Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti del FVG