DIGITALIZZAZIONE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: L’INFORMAZIONE SOTTO SCACCO SENZA UNA RIFORMA*

DIGITALIZZAZIONE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: L’INFORMAZIONE SOTTO SCACCO SENZA UNA RIFORMA*

Digitalizzazione, social media, Intelligenza artificiale hanno profondamente modificato la società, il fare impresa e il sistema dell’informazione. La rivoluzione delle macchine digitali è già iniziata e l’Intelligenza artificiale mette a dura prova il settore dell’informazione, la proprietà intellettuale di articoli, foto e video con il concreto il timore di trovarsi difronte a testi realizzati attraverso strumenti governati da algoritmi.  

Siamo ben consapevoli che un algoritmo non è un giornalista, ma come potremmo distinguere tra prodotti dell’ingegno e della professionalità giornalistica e copia/incolla informatici? Le testate giornalistiche saranno costrette a scrivere per esteso “Non realizzate con l’Intelligenza artificiale”, un po’ come quanto avvenne qualche anno fa per qualificare maggiormente i prodotti alimentari realizzati “Senza l’olio di palma”? 

La normativa che sovrintende al settore dell’informazione è ormai datata, con leggi che hanno sessant’anni e che neppure in parte prevedono la digitalizzazione del settore. La Federazione Italiana Giornalismo Editoria e Comunicazione è nata anche con questo scopo: rinnovare il sistema promuovendo una riforma normativa per ridare voce al giornalismo e alla comunicazione reale.  Per tale ragione abbiamo inteso organizzare assieme allo Studium Fidei, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia e con il patrocinio della Camera di commercio Venezia Giulia una mattinata di approfondimento dal titolo “Giornalismo tra digitale e intelligenza artificiale: opportunità e rischi per una professione da riformare” già presente sulla piattaforma della Formazione professionale continua per complessivi 6 crediti deontologici (vedi locandina in allegato). 

L’infatuazione di massa per i social media sta ormai segnando il passo, con la crescente consapevolezza di essere bersagliati da contenuti quasi sempre promozionali e creati da algoritmi che “spiano” e “studiano” le nostre abitudini. E tutto ciò avviene anche senza indicare chiaramente quali sono i messaggi promozionali e senza tutelare i minori come invece fanno le testate giornalistiche sottoposte alle regole della Carta di Treviso, nata proprio per proteggere i più deboli.

 Assistiamo a un’evoluzione digitale accelerata ulteriormente dall’intelligenza artificiale, che trova il sistema normativo italiano ed Europeo a rincorrere gli algoritmi invece di anticiparli.  

Vanno poste regole certe, costruite coinvolgendo professionisti dei vari ambiti sociali ed economici, ma anche psicologi, medici, esperti legali, ecc. perché ci possono essere conseguenze dannose per la psiche umana, in particolare nei soggetti più fragili. 

Tutele come il diritto all’oblio, o alla riservatezza e ancora il diritto d’autore non vengono rispettate da algoritmi che “scavano” nelle profondità del web pescando anche notizie false.  Solo attraverso norme certe e al passo con l’evoluzione digitale possiamo proteggerci dalle elaborazioni informatiche, che generano testi con spezzoni tratti qua e là dal web da materiale prodotto da giornalisti o altri autori.             

Insomma, fino a dove può arrivare il “diritto alla digitalizzazione” rispetto a quanto prodotto dalla mente umana e frutto di professionalità riconosciute, con particolare riferimento a quella giornalistica? Solo attraverso l’etica e il diritto possiamo trovare le risposte e porre delle solide garanzie di libertà e democrazia. 

*Andrea Bulgarelli, Giunta esecutiva Figec Cisal e coordinatore regionale Fvg

LOCANDINA CORSO TRIESTE 1 SETTEMBRE