PREMIO GRILZ, LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELL'ODG FVG DEGANO AL PRESIDENTE DELLA SEZIONE CGIL DELL'ANPI DI TRIESTE BROVEDANI
PREMIO GRILZ, LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELL’ODG FVG DEGANO AL PRESIDENTE DELLA SEZIONE CGIL DELL’ANPI DI TRIESTE BROVEDANI
In merito all’appello “Trieste democratica e antifascista dice NO al premio giornalistico intitolato ad Almerigo Grilz”, pubblichiamo integralmente la risposta del presidente dell’Ordine dei giornalisti FVG Cristiano Degano al presidente della sezione CGIL dell’Anpi di Trieste Pierpaolo Brovedani.
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Caro dott. Brovedani,
il patrocinio al Premio giornalistico Almerigo Grilz è stato riconosciuto direttamente dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e, contrariamente a quanto è stato detto, non faccio parte della giuria del Premio. Come Ordine regionale abbiamo invece ritenuto opportuno inserire nel programma di formazione per i giornalisti il corso “Il reportage di guerra, dal campo alla messa in onda” tenuto da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Mauro Mazza nell’ambito delle iniziative per il Premio giornalistico. Non c’era infatti ragione per rifiutare la proposta riguardante un argomento di grande attualità avanzata da colleghi di provata esperienza e, comunque la si pensi, autorevolezza su questi temi.
Ho anche ritenuto opportuno, come presidente di tutti i giornalisti del FVG, accogliere l’invito, nel maggio scorso, a partecipare alla presentazione del Premio nel Palazzo della Regione. In quella sede ho ricordato quanto detto nel 2017 (quindi in tempi non sospetti) durante la cerimonia promossa in Consiglio Comunale nel trentennale della morte di Grilz. Pure in quell’occasione, dopo non poche riflessioni, ritenni che il presidente dell’Ordine non potesse esimersi dal ricordare un suo iscritto morto sul campo, tanto più a fronte delle polemiche che ci hanno purtroppo accompagnato per troppi anni sulla diversa considerazione riservata dai giornalisti triestini a Grilz rispetto ad altri colleghi scomparsi trent’anni fa a Mostar e Mogadiscio.
“Nessun morto di serie A e di serie B – sottolineai allora – ma storie, questo sì, diverse. Luchetta, Ota, D’Angelo e Hrovatin hanno trovato la morte in zone di guerra per una scelta prima di tutto professionale che li ha condotti, come giornalisti e operatori del servizio pubblico, anche in aree di guerra. Per Grilz si trattava invece principalmente di una scelta di vita, prima ancora di una scelta professionale. Come una scelta di vita è stato il suo impegno politico di estrema destra in anni in cui la contrapposizione ideologica era molto forte, talvolta anche violenta. Chi sceglieva quell’impegno diventava inevitabilmente una figura divisiva. Storie diverse, quindi, ma comunque storie da ricordare e il modo migliore per farlo – conclusi – è quello di mettere da parte, una volta per tutte, ogni polemica e ogni contrapposizione”.
Non fui ascoltato. Le polemiche e le accuse di “damnatio memoriae” nei confronti di Grilz sono continuate e sono state ripetute anche in alcuni articoli di presentazione del Premio. Per questo ho voluto ribadire in tali occasioni i concetti appena ricordati, sottolineando che a 37 anni dalla sua morte e a 30 dai tragici avvenimenti di Mostar e Mogadiscio “è tempo di guardare avanti”.
Sono un convinto antifascista, dott. Brovedani, e come tale non ho ovviamente mai condiviso le posizioni politiche di Almerigo Grilz (e tantomeno certi suoi atti o affermazioni) come non condivido neppure quelle di alcuni promotori del Premio che, in talune occasioni, mi hanno anche attaccato personalmente. Penso però che almeno su questa vicenda, pur non dimenticando il passato, è appunto ora di guardare avanti.
Un cordiale saluto.
Cristiano Degano
Presidente OdG FVG