LA FIGURA DI ELEONORA PIMENTEL FONSECA*

Il 20 agosto si ricorda la figura di Eleonora Pimentel Fonseca, la prima martire del giornalismo in Italia, uccisa per impiccagione dai Borboni a Napoli. Ripercorre la sua vita professionale, il collega Sigfrido Cescut: “Poetessa e scrittrice, durante la rivoluzione napoletana del 1799, aveva assunto l’incarico di redigere e pubblicare “Il Monitore Napoletano” giornale dei rivoluzionari che, dopo la fuga a Palermo di tutta la famiglia del re Ferdinando IV e della regina Maria Carolina d’Asburgo, avevano istituito la Repubblica Napoletana. 

Facendo propri gli ideali della Rivoluzione francese ed elaborandoli in leggi e norme di libertà, progresso ed emancipazione del popolo, gli insorti repubblicani governano Napoli e il meridione dalla fine di gennaio ai primi di giugno del 1799. In quel periodo Eleonora Pimentel Fonseca scrive e pubblica 35 numeri del “Monitore”, due edizioni ogni settimana; alcune delle quali contengono articoli di Eleonora Pimentel Fonseca redatti in vernacolo napoletano per essere oralmente trasmessi ai lazzari e da loro compresi. Oggi possiamo leggere tutti i numeri del “Monitore” grazie all’impegno di Benedetto Croce che li ha recuperati, a uno a uno, e riprodotti in pubblicazioni anastatiche. Sono esempi, quelli del Monitore, di una libera stampa che, con la diffusione dei principi repubblicani, denunciava, quando avvenivano, anche le ruberie e i comportamenti esecrabili dei soldati dell’armata francese a Napoli. 

Eleonora Pimentel Fonseca si è consumata, lavorando giorno e notte quale giornalista…e che giornalista, con lo scopo di trasformare da sudditi in ‘Cittadini’ tutti gli abitanti di Napoli e del meridione, in particolare i lazzari. Non dimentichiamo che, pur potendo allontanarsi in tempo da Napoli per riparare in Francia, Eleonora ha lavorato e condiviso fino all’ultimo la sorte degli insorti napoletani. Catturata con loro dall’armata sanfedista filoborbonica del cardinale Fabrizio Ruffo e dalla flotta inglese dell’ammiraglio Nelson, è stata condannata a morte e impiccata dai Borboni assieme ai suoi sventurati compagni. Prima di salire il patibolo per essere impiccata, Eleonora ha trovato la forza di pronunciare in latino il verso di Virgilio: “Forse un giorno gioverà ricordare tutto questo”, tratto dall’Eneide. Un esempio di giornalista e martire per la libertà. Esempio oltremodo importante per tutti i giovani che vogliono diventare giornalisti”. 

*di Sigfrido Cescut